CULT: Che fine ha fatto Baby Jane? (1962) di Robert Aldrich

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Di Gabriele La Spina

I ritagli delle prime pagine di vecchi numeri di Variety, bagnati da gocce di whisky misti alle lacrime di una vecchia attrice fallita, sono il lugubre simbolo e fil rouge del film del 1962, Che fine ha fatto Baby Jane? di Robert Aldrich. E chissà quanto di personale c’era nell’incredibile interpretazione di Bette Davis, nel ruolo della protagonista Jane Hudson. Una pellicola divenuta di culto sia per le performance delle sue protagoniste, sia per le dicerie scaturite dal backstage, sulla celeberrima rivalità tra la Davis e l’intramontabile diva Joan Crawford. 

Adattamento del romanzo di Henry Farrell, il film si apre con il volto di Baby Jane, una bambina prodigio che si esibisce sui palcoscenici dei teatrini e del varietà. Il successo però la fa diventare viziata e prevaricatrice nei confronti della sorella Blanche. Le parti si invertono quando, da adulte, è Blanche ad avere successo come stella del cinema, mentre Jane viene dimenticata. Un incidente interrompe la carriera di Blanche, costringendo le sorelle a una convivenza forzata piena di rimpianti, di odio e di acredine. 

Quella di Che fine ha fatto Baby Jane? è una storia che disillude sull’ormai tramontato glamour della Hollywood gold, che ha incantato generazioni di spettatori, per scaraventare quest’ultimi in un claustrofobico scenario decadente e macabro. L’ausilio del bianco e nero accentua le ombre della fredda casa dove Jane e Blanche vivono. Quando quest’ultima comprende pian piano di esserne prigioniera, si ritrova inesorabilmente in balia degli eventi scaturiti dalla crescente pazzia della sorella che la conduce in un vortice di violenza e angoscia.  Personaggi che nascondo un secondo volto, perché se Blanche può sembrare il lato buono della pellicola solo sul finale scopriremo il segreto che la rende artefice della distruzione di Jane, vero antieroe della pellicola. Una donna masticata e poi sputata dallo star system, quasi lobotomizzata dal falso mito del successo inculcatole dal padre. Paradossale pensare che, così come Jane speranzosa fino alla fine di perseguire il suo sbiadito sogno di attrice, anche per Bette Davis questo rappresentava il film del rilancio della sua carriera, ormai quasi accantonata da una Hollywood che non perdona le donne per l’invecchiamento, e ne fu distrutta quando non vinse l’Oscar in cui riponeva le sue speranze.


Creepy, angusto ed eccellentemente recitato, Che fine ha fatto Baby Jane? è una pellicola senza tempo che è stata rivalutata solo con il corso degli anni a dispetto della cattiva ricezione avvenuta alla sua uscita. Indimenticabile, e forse la più famose, è la scena del pranzo servito da Jane a Blanche, dove quest’ultima scoperchiato il piatto rabbrividisce alla vista dei resti di un animale morto. Anche se la più significativa è la folle sequenza finale, dove una trasognate è ammattita Jane danza in riva alla spiaggia attorniata dalla gente sbigottita, con il cadavere della sorella a pochi passi da lei ormai raggiunto dalla polizia. 
Il film ha ispirato numerosi registi e scrittori nel corso degli anni. Impossibile non trovare in fatti un parallelismo con il romanzo di Stephen King, Misery non deve morire, che fu adattato sul grande schermo nel 1990, dando la possibilità a Kathy Bates di offrire una delle sue più grandi performance (che le valse l’Oscar). Nel 2017 darà vita a una miniserie intitolata Feud: Bette and Joan, che racconterà il dietro le quinte della pellicola con Susan Sarandon e Jessica Lange nei ruoli di Bette Davis e Joan Crawford.


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