Locked Down – La recensione del film con Anne Hathaway e Chiwetel Ejiofor

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Di Simone Fabriziani

Proprio quando decidono di separarsi, Linda (Anne Hathaway) e Paxton (Chiwetel Ejiofor) si ritrovano nel bel mezzo della pandemia Covid-19, costretti a vivere insieme nella loro casa londinese, a causa del lockdown obbligatorio. Sorprendentemente, anche se non riescono ad andare d’accordo su nulla, i due trovano una tregua quando Paxton viene assunto dall’azienda di Linda per consegnare delle pietre preziose. In isolamento domestico a causa del lockdown in tutto il Paese, dovendo quindi affrontare emozioni e interazioni che avrebbero preferito evitare, vivendo le proprie vite fuori casa, le cose raggiungono un crescendo che culminerà in una rapina epocale da Harrods.

Debutta in esclusiva digitale a partire da venerdì 16 aprile Locked Down, diretto da Doug Liman e scritto da Steven Knight; protagonisti di questa curiosa rom-com girata quasi interamente ai tempi del duro lockdown londinese sono il premio Oscar Anne Hathaway e il candidato alla statuetta Chiwetel Ejiofor.

Perché vedere Locked Down

Perché Liman e Knight hanno realizzato un curioso esperimento narrativo durante uno dei periodi più duri dello scorso 2020 in Gran Bretagna; in una Londra semi-deserta, hanno scritto e diretto una commedia romantica che naviga in maniera sorprendente tra stilemi tipici della rom-com inglese e heist movie (film-rapina) che non ti aspetti. Proprio nel voler ribaltare le carte in tavola della narrazione e capovolgere le aspettative dello spettatore il Locked Down di Liman e Knight convince di più. Ottima la scelta del cast, dai cammei eccellenti di Ben Stiller, Mindy Kaling e Claes Bang fino ai due protagonisti, la cui chimica attoriale è palpabile, convincente e sincera.

Perché non vedere Locked Down

Perché il nuovo film diretto da Doug Liman non mantiene le promesse che anticipa allo spettatore; pima commedia romantica ambientata nella Londra del lockdown dei mesi di marzo ed aprile del 2020, poi lungometraggio di rapina che fa (piuttosto male) il verso alle saghe d’azione più recenti (impossibile non pensare agli Ocean’s Eleven e sequel più scanzonati), per poi terminare il suo giro narrativo come semplice rom-com dal gusto perfettamente innocuo, entertaining ma subito dimenticabile, se non dal retrogusto inconsistente anche per gli standard di partenza del film realizzato durante la pandemia. C’è da chiedersi perché scomodare l’espediente narratologico dell’isolamento forzato per raccontare una commedia romantica senza alcuna pretesa. 

Pretenzioso e sbruffone.

VOTO: 5/10


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