Darren Aronofsky, ‘Madre!’ e la reinvenzione del thriller horror

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Di Gabriele La Spina

La maggior parte delle persone, dopo aver visto il film, non vogliono nemmeno guardarmi“, esordisce Darren Aronofsky nell’intervista esclusiva di Vulture. Infatti il regista ha abituato il suo pubblico nel corso degli anni a un cinema anticonformista, e nella maggior parte dei casi imprevedibile. Se lavori come The Wrestler rappresentano malinconici ritratti anti eroici, sono le pellicole Il cigno nero e la precedente Requiem for a Dream, che ricalcano i canoni dell’imminente Madre!, che rientra nell’estetica più volte affrontata da Aronofsky, in quel cinema di estrema eleganza, bilanciata tra dramma, thriller e horror.

Ma sull’attesissimo lungometraggio che debutterà il 5 settembre al Festival di Venezia, Aronofsky vuole dire poco: “Questo film sarà come un missile da crociera che esplode contro un muro“, nessuna frase sarebbe stata più emblematica,”Voglio che il pubblico sia preparato per questo film e che si preparino a una corsa molto intensa“. Nonostante i diversi spot recentemente pubblicati, la campagna pubblicitaria legata a Madre! è stata mirata al mistero, ne è un esempio il primo teaser del film, uno schermo nero e soltanto delle voci di sottofondo per un inquietante dialogo. Ma ci sono due avvertenze che il regista vuole dare al suo pubblico, il primo è che la storia della pellicola nasconde un segreto terrificante, che la rende come una montagna russa, il secondo è che spingerà il limite quasi oltre Il cigno nero e Requiem for a Dream.
Eppure l’indizio più rappresentativo finora è indubbiamente il titolo, un parola e un punto esclamativo, “Penso che rifletta molto lo spirito del film”, puntualizza il regista, poiché il film solleva un grosso punto esclamativo nel suo finale, ma prima di questa figurazione il regista avrebbe a quanto pare vagliato la possibilità di intitolarlo “MADRE” oppure “Motherrr !!!”.
Aronofsky spende però anche molte parole su Jennifer Lawrence, senza la quale il film probabilmente non avrebbe visto la luce, perlomeno non in tempi tanto celeri. La narrativa di Madre, e soprattutto la sua conclusione, rappresenta un’incredibile anomalia nella Hollywood del 2017, anche per un regista affermato come Aronofsky. Si aggiunge a ciò la segretezza, e la preoccupazione della Paramount di portare in sala un film del genere a scatola chiusa. Un aiuto, oltre la presenza di un nome di richiamo come la Lawrence, è stata la bassezza dei costi per le riprese, un abisso di differenza rispetto al precedente del regista, Noah, del 2014.
Sono stato tre mesi con Jen e Javier“, racconta il regista del momento precedente alle riprese. “Abbiamo ottenuto un magazzino a Brooklyn e abbiamo scoperto il set e per tre mesi abbiamo provato e poi abbiamo girato tutto il film in video con il nostro operatore e il nostro DP“. Ed è lì che la Lawrence lo ha conquistato: “Penso che ci siano state molte cose non specificate che lo script richiedesse, e stavo capendo come arrivarci“, dice. “E durante le prove, lei era molto, molto rilassata. Era presente, ma non si è mai spinta oltre in realtà. Non era opportuno spingere in quel momento. E io non ho mai conosciuto il personaggio finché non abbiamo cominciato a girare, e lei si è davvero mostrata“. Il regista sottolinea quanto il film sia completamente sorretto sulle spalle della Lawrence, sulle espressioni del suo volto, e ne risulta un’esperienza intimamente inquietante che mette lo spettatore nei suoi panni per due ore.
Restio a definire Madre! un’allegoria, Aronosfky preferisce chiamarlo un’esperienza visiva. “Ci sono questi eventi funesti che stanno accadendo e tu puoi solo guardare, sai che ciò che vedi è sbagliato, eppure, non importa quanto tu possa gridare, non c’è niente che tu possa fare perché si fermi“. Il film arriverà nelle sale italiane il prossimo 28 settembre.
Fonte: Vulture

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