Cosa comportano le accuse di molestie sessuali per James Franco e la sua nomination all’Oscar

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Di Gabriele La Spina

Con poco stupore, anche James Franco è entrato in questi giorni nell’occhio del ciclone molestie. Tutto è cominciato proprio da un momento di alta visibilità per l’attore, quando la scorsa domenica ha ritirato il Golden Globe come miglior attore protagonista per The Disaster Artist, in una cerimonia storica del premio tramutata quasi in evento di sensibilizzazione con le attrici vestite in nero per la campagna Time’s Up. In quel momento sono insorte alcune donne in passato vicino a Franco denunciando l’incoerenza della presenza dell’attore, da sempre invischiato in situazioni del tutto inappropriate. 

Da lì, come di consueto, è partita la prima inchiesta di Los Angeles Times, pubblicata in queste ultime ore in un articolo dal titolo “Five women accuse actor James Franco of inappropriate or sexually exploitative behavior“. Cinque donne, tra colleghe e allieve della scuola di recitazione dell’attore, a Playhouse West di Hollywood, con racconti tanto dettagliati ed espliciti da prevaricare le timide negazioni dell’attore al The Late Show di Stephen Colbert, dove si difendeva dai tweet “inaccurati” della notte dei Globe. Non passerà molto tempo per l’emersione di nuove accuse, in un clima di smascheramento di questi giorni a Hollywood, e ciò potrebbe con alte probabilità influire sulla presenza di Franco ai prossimi Oscar.
Con la sua performance dissacrante in The Disaster Artist, interpretando il regista del peggior film mai realizzato Tommy Wiseau, l’attore ha anche aperto la strada per la sua carriera da regista finora non del tutto decollata sul piano dell’affermazione da parte della critica. Un giorno ci separa dalla chiusura del ballottaggio per le nomination agli Oscar 2018, che verranno annunciate il prossimo 23 gennaio, e la presenza di Franco nella cinquina maschile dei protagonisti era assolutamente certa, finora. Dato che lo scandalo sull’attore è emerso soltanto in queste ore, risulta impossibile che ciò abbia potuto influire sulle votazioni dei membri dell’Academy, ma è assolutamente possibile che il suo nome non sarà fatto all’annuncio delle nomination. L’invalidazione della nomination per Franco sembra un gesto probabile da parte dell’Academy, che a quel punto dovrà decidere se annunciare l’invalidazione dopo la pubblicazione delle nomination e dunque far rientrare nella cinquina il sesto attore più votato tra i protagonisti, oppure invalidarla il giorno stesso riducendo la selezione a solo quattro attori, probabilmente una scelta fin troppo stridente, che si farebbe notare come una macchia durante la cerimonia di premiazione. A subentrare al posto dell’attore potrebbero essere dunque interpreti non inseriti per il rotto della cuffia, come Denzel Washington per Roman J. Israel Esq., e Tom Hanks per The Post, la cui presenza è altamente in bilico.
Non è la prima volta che gli Oscar si ritrovano una gatta da pelare simile. Già in passato l’invalidazione di nomination si è verificata diverse volte, il caso più recente è quello del 2014, per la canzone “Alone Not Yet Alone” di Bruce Broughton, poiché quest’ultimo avrebbe inviato diverse mail ai colleghi per comunicare la sua presenza tra i nominati. Caso differente, e per una pellicola di culto quale è Il padrino, è quello di Nino Rota, la cui nomination per il film nel 1973, fu revocata dall’Academy quando venne a sapere che il compositore riutilizzo frammenti di sue vecchie composizioni di altri film. Da notare che in questi casi si parla di violazione delle regole del premio stesso e non, che non è il caso di Franco. Ma quando vi è un comportamento simile, sullo stesso ambiente lavorativo dove le pellicole vengono realizzate, quanto è giusto riconoscere e mettere in vetrina una personalità del genere in un evento come gli Oscar?

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