CULT: Alien (1979) di Ridley Scott

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Di Gabriele La Spina

Insieme a 2001: Odissea nello spazio del 1968, Alien rappresenta uno dei punti più alti del cinema fantascientifico dello scorso secolo. Potrà sembrare ardito paragonare Stanley Kubrick a Ridley Scott, eppure quest’ultimo ha dato vita ad alcuni dei personaggi più iconici del cinema. Suo anche Blade Runner (1982) altro esponente di culto del genere scifi, che seguì di qualche anno il successo di Alien. Nonostante le similitudini tra il 2001 di Kubrick (basti pensare al paragone tra i computer Mother e HAL 9000), fu lo scrittore A. E. van Vogt ad accusare Dan O’Bannon e Ronald Shusett di aver plagiato il suo racconto “Discord in Scarlet”. Ma la fonte di ispirazione per Scott fu in realtà del tutto italiana, con il film del 1965, Terrore nello spazio di Mario Bava.

L’ambiente asettico, in prevalenza bianco, dell’astronave Nostromo, ci introduce al risveglio di un gruppo di astronauti, semplice equipaggio di una nave commerciale che a sua insaputa viene coinvolto in un piano molto più grande. La claustrofobia generata dallo spazio infinito, e il terrore del buio della nave spaziale fanno da padrone in Alien. Un’inquietudine soltanto accennata che è destinata a discendere in meandri molto più creepy nel momento in cui l’equipaggio formato da Sigourney Weaver, Yaphet Kotto, Veronica Cartwright, Ian Holm, Tom Skerritt, Harry Dean Stanton e John Hurt, verrà distratto da un misterioso segnale di pericolo proveniente da un pianeta sconosciuto. Quando tre di loro scenderanno in aiuto, troveranno qualcosa di completamente inaspettato quanto inspiegabile, portando con sé al loro ritorno un ospite del tutto indesiderato.


Nonostante i suoi quasi trent’anni d’età Alien risulta ancora un capolavoro perfettamente confezionato. Impeccabile il lavoro di Ridley Scott, vergognosamente snobbato dagli Oscar, in un film perfetto sposalizio tra regia altamente oculata, sceneggiatura solida e effetti speciali ineguagliabili, di cui il nostrano Carlo Rambaldi fu artefice per la resa dell’alieno xenomorfo. Rimasta negli annali della storia cinematografica è la famigerata scena “dell’ultima cena”, dove l’inferno dei protagonisti ha il suo inizio. ironico pensare che Scott rese il cast del tutto impreparato alla scena, infatti la stessa Veronica Cartwright dichiarò che le sue urla erano vere, il cast non si aspettava tanto sangue nella scena (unico momento splatter della pellicola) e non sapeva da dove sarebbe “sbucato” il piccolo alieno sgradito.

Grande fonte di ispirazione per molteplici pellicole scifi, Alien rappresentò con gli anni una macchina sforna denaro per Twentieth Century-Fox. Nel 1986 diede vita al sequel Aliens – Scontro finale, diretto da James Cameron, ancora oggi riconosciuto come unico seguito degno della saga. Nel 1992 dalle mani di David Fincher uscì Alien³, flop di critica, forse meno compreso per i suoi doni dark, ebbe un ulteriore seguito nel 1997, sotto la direzione di Jean-Pierre Jeunet, Alien – La clonazione, probabilmente il punto più basso della quadrilogia. Sorvolando sui due pessimi crossover  Alien vs. Predator, lo stesso Ridley Scott ha riesumato nel 2012 la serie, iniziando una nuova saga prequel che esplica le vere origini di Alien, rispondendo ai numerosi quesiti sollevati dall’originale pellicola del 1979, anche se farfugliato Prometheus rappresenta un notevole esempio di cinema fantascientifico moderno. Nel 2017 la saga continuerà con Alien: Covenant, sequel del film del 2012. Tutta via il vero seguito della saga terminata nel 1997, potrebbe avere vita in un travagliato progetto di Neill Blomkamp, approvato dalla stessa Sigourney Weaver, dalla trama e dall’uscita ancora imprecisata.


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