Marion Cotillard – L’eterna esclusa

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Di Alfredo Di Domenico
Nel 2007 entrò nella storia vincendo l’Oscar per La Vie en rose, diventando la seconda attrice, dopo Sophia Loren, a vincere per una performance non in lingua inglese. un record storico in un annata in cui a trionfare, insieme alla Cotillard, ci furono altri 3 attori europei: l’irlandese Daniel Day Lewis, la scozzese Tilda Swinton e lo spagnolo Javier Bardem.

Da allora di strada ne ha fatta Marion imponendosi come una delle più richieste ed una delle più apprezzate sia dal pubblico che dalla critica. Ha lavorato con grandi registi quali Tim Burton, Ridley Scott, Christopher Nolan, Woody Allen, preso parte a film d’autore e blockbuster ricevendo sempre grandi attenzioni e lodi per le sue performance. Nonostante la fama e il successo ha continuato a lavorare anche nel suo paese natio in film come Rust and Bone e nel film belga Due giorni, una notte, grazie al quale è riuscita a portarsi a casa una seconda candidatura.
Negli ultimi 10 anni Marion avrebbe meritato di più per le sue interpretazioni; dal punto di vista di premi è stata un decade molto magra per lei, nonostante le ottime performance in Rust and Bone in primis, The Immigrant, Midnight in Paris, Nine, tutti film per i quali ha ricevuto notevoli lodi e qualche candidatura da parte dell’Hollywood Foreign Press Association che ogni anno consegna i Golden Globes. 
In virtù dell’ immensa ammirazioni che nutriamo per lei, per il suo talento e la sua bellezza,ci dispiace considerarla l’eterna esclusa ma la storia ci insegna che non sempre ci sono le migliori performance nelle cinquine, i giochi di promozione sono complessi e magari Marion non ha ricevuto la giusta attenzione. Cotillard è giovane, bella e incredibilmente talentuosa quindi, presto o tardi, la ritroveremo sicuramente nella corsa per il titolo di attrice dell’anno.