The Essential Quentin Tarantino: tre titoli per riscoprire il genio di Knoxville, Tennessee

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Di Simone Fabriziani

Classe 1963, nato a Knoxville nello stato federale del Tennessee, Quentin Tarantino è il nome  eil cineasta che forse più di tutti ha plasmato e rimodellato il cinema e la narrazione post-moderna imponendosi come violenta e prorompente voce autoriale fuori dal coro sin dai suoi esordi. Nonostante sia passato ancor oggi alla gloria per i suoi lungometraggi volgari, spudorati e sanguinolenti, è considerato un cinefilo sopraffino e un vero e proprio “ladro” di cinema.

In occasione del compimento dei suoi 55 anni oggi 27 marzo, la redazione continua il successo della rubrica The Essential celebrando il cineasta e riscoprendo la sua indelebile carriera scegliendo tre titoli chiave, imprescindibili lasciapassare per conoscere meglio la filmografia del regista statunitense.
Pulp Fiction (1994)

Secondo lungometraggio scritto e diretto da Quentin Tarantino dopo il piccolo fenomeno indipendente di due anni prima del cult Le iene. Se ne primo film il cineasta omaggiava molte delle dinamiche e degli stilemi del cinema di genere criminale e d’azione di stampo asiatico (ispirazione maggiore è quella dei film di John Woo), con l’ambizioso mosaico scoppiato di Pulp Fiction Tarantino elogia e ribalta la tradizione del gangster movie e del grande cinema corale di cui si era fatto maestro durante la New Hollywood Robert Altman. Sorprendente Palma d’oro al festival di Cannes 1994, sette nomination all’Oscar e prima statuetta alla sceneggiatura originale per il regista, affiancato in fase di stesura della storia da Roger Avary.
Bastardi senza gloria (2009)

Grande salto negli anni tra il capolavoro Pulp Fiction e il 2009. Di mezzo ci sono stati il notevole e sottovalutato Jackie Brown, i due capitoli e cult istantanei di Kill Bill e il bell’esperimento omaggio al cinema grindhouse con A prova di morte, in collaborazione con il fratello spirituale Robert Rodriguez. Nel 2009 arriva poi il sorprendente Bastardi senza gloria, mix irresistibile di war movie, omaggio a “Quel maledetto treno blindato” di Enzo G. Castellari e nuovo capitolo cinematografico della sua ideale trilogia della vendetta iniziata nel 2003 con il volume uno di Kill Bill e terminata nel 2012 con il campione di incassi Django Unchained. Premio a Cannes per l’interpretazione maschile del poco noto attore austriaco Chirstoph Waltz, otto nomination all’Oscar e statuetta all’interprete di lingua tedesca.
The Hateful Eight (2015)

Secondo omaggio al cinema western internazionale dopo il successo di pubblico e critica (e un secondo Oscar alla sceneggiatura) di Django Unchained e primo lungometraggio in cui Tarantino utilizza un commento musicale del tutto originale e apposito: a comporre la minimale ma efficace colonna sonore è il genio di Ennio Morricone, che avvolge il film delle tinte del thriller di stampo teatrale. A cavallo tra la miglior narrazionne post-moderna di Quentin Tarantino e suggestioni alla Agatha Christie, The Hateful Eight è uno tra i titoli meno fortunati al botteghino per il regista americano, ma ottiene tre candidature all’Oscar e la prima, storica statuetta assegnata al compositore italiano.
In attesa dell’agosto 2019, mese in cui debutterà nelle sale Usa Once Upon a Time in Hollywood, il nono film di Quentin Tarantino e ritorno alla città di Los Angeles dopo i fasti delle narrazzioni “scoppiate” di Pulp Fiction e Jackie Brown.

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