Le cinque migliori performance di Marlon Brando

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Di Alfredo Di Domenico

L’American Film Institute ha posto Brando al 4° tra le più grandi star della storia, ma Brando è sempre stato il numero uno.Fonte di ispirazione per generazione di attori, alfiere di un nuovo tipo di recitazione, sex symbol degli anni ’50, impareggiabile interprete d’autore negli anni ’70.

In più  c’è da dire che pochi attori nella storia possono vantare una galleria di personaggi come quella di Brando che nell’arco di mezzo secolo ha interpretato una serie di ruoli entrati nella leggenda quali: Stanley Kowalski in Un tram che si chiama Desiderio, prima a teatro e poi nell’omonimo film del 1951; Johnny Strable,  nel film Il selvaggio (1953); Marco Antonio ne Giulio Cesare (1953); lo scaricatore di porto Terry Malloy in Fronte del porto(1954); il giocatore Sky Masterson in Bulli e pupe (1955); il primo ufficiale Fletcher Christian ne Gli ammutinati del Bounty (1962); Don Vito Corleone ne Il padrino (1972); il vedovo Paul in Ultimo tango a Parigi (1972); Jor-El, padre del supereroe in Superman (1978), e il colonnello Kurtz in Apocalypse Now (1979).
Candidato 8 volte agli Oscar ha vinto in due occasioni nel 1954 per Fronte del Porto e nel 1972 per il Padrino, rifiutando il premio.

Un tram che si chiama Desiderio (1951)
Capolavoro del cinema mondiale è il film ha messo in luce, prima ancora dell’ immenso talento di Brando, il suo forte Sex Appeal; in coppia con una sovrumana Vivien Leigh, Brando appare in tutta la sua prestanza fisica diventando il sex symbol della sua generazione. Bello, prestante e estremamente attraente Brando fa sfoggio della sua statuaria fisicità per l’intero film ma ad un occhio più attenta risulta chiaro il grande talento che possiede, la verse drammatica e una classe da pochi. Il film di Kazan è Il film è basato sull’omonimo dramma di Tennessee Williams del 1947 in cui brando aveva già ricoperto il ruolo. L’intero cast viene candidato agli Oscar: Vivien Leigh, Kim Hunter, Karl Malden, Brando compreso, ma a differenza degli altri Brando sarà l’unico a non vincere.

Fronte del porto (1954)
Nel 1998 l’American Film Institute l’ha inserito all’ottavo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi, e Brando, per la prima volta, viene visto non solo come un sex symbol ma anche come un eccellente attore, vincendo la sua prima statuetta. Un ruolo che lo porta nell’Olimpo dei grandi del suo tempo, uno dei miglior della sua generazione, la sua carriera da li in poi si evolverà e raggiungerà picchi artistici considerevoli. Oggigiorno Fronte del porto è considerato un classico e una delle esperienze cinematografiche più commoventi di sempre, oltre che a uno dei capolavori del cinema mondiale, vincitore di 8 Premi Oscar.


Il padrino (1972)

Non solo è uno dei ruoli più famosi e riusciti della storia del cinema ma è anche il ruolo che risolleva la carriera di Brando dopo un periodo di declino. Ernest Borgnine, Edward G. Robinson, Orson Welles, George C. Scott o Gian Maria Volonté e anche Burt Lancaster tutti nomi in corsa per la parte di di Vito Corleone ma alla fine vinse Brando, fortemente voluto da Coppola. L’attore, che all’epoca aveva quarantasette anni e un aspetto ancora giovanile, al provino per la parte decise di voler dare al suo personaggio una faccia da bulldog e recitò con del cotone in bocca per appesantire le guance e apparire più anziano. Questo trucco convinse definitivamente il regista e i produttori e Vito Corleone ed entra nella leggenda. Per questa performance Brando ha vinto il secondo Oscar.

Ultimo tango a Parigi  (1973)
Diretto da Bernardo BertolucciMarlon Brando offre una delle sue performance più mature e più riuscite. Il film fu un successo mondiale, campione di incassi ma suscitò numero polemiche per le tematiche trattate, per il sesso quasi esplicito, per la brutalità di alcune scene tra i due protagonisti scatenando la censura dell’ epoca. Solo un attore come lui poteva interpretare questo ruolo, solo un fuori classe come Brando poteva dare tanta profondità e fragilità al personaggio di Paul. Brando fu candidato all’Oscar per questa parte.

Apocalypse Now (1979)

Film manifesto di una generazione, capolavoro della cinematografia mondiale, seconda collaborazione tra Coppola e Brando. Il colonnello Kurtz rappresenta l’alienazione di un’intera generazione e la performance di Brando è assolutamente mostruosa, nessuna candidatura, nessun premio, ma il suo posto nella storia del cinema è già segnato. La leggenda narra che improvvisò molti dei dialoghi del suo personaggio e che espresse perplessità riguardo al personaggio, in quanto non riusciva appieno a entrare nella mente di Kurtz ma alla fine, come tutti possiamo ammirare la sua interpretazione fu assolutamente inceccepibile. Brando fu pagato con un cachet record di 1 milione di dollari alla settimana per questo ruolo.

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