Volente o nolente, è il film più chiacchierato dell’anno, che piaccia o meno è il piccolo fenomeno cinematografico già divenuto di culto prima di abbandonare le sale di tutto il mondo. E nonostante, almeno in Usa, abbia già debuttato sul servizio di streaming di Mubi, continua a macinare ottimi incassi nei cinema statunitensi ed oltreoceano. The Substance di Coralie Fargeat è il film dell’anno per certi versi, e a questo punto c’è da chiedersi se l’Academy abbraccerà con calore il body horror della cineasta francese già vincitrice a Cannes.
Nel momento in cui stiamo scrivendo, The Substance ha già ottenuto alcune candidature importanti: miglior interprete dell’anno per Demi Moore ai Gotham Awards (tra i più prestigiosi riconoscimenti al cinema low-budget americano), e la combo miglior film/miglior sceneggiatura agli European Film Awards. A dicembre, sarà la volta della pioggia di premi della critica statunitense e delle candidature (quelle sì cruciali) ai Golden Globes. C’è dunque da chiedersi se stavolta l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences cadrà anch’essa nel sortilegio scritto e diretto da Coralie Fargeat, anche se la storia tra gli Oscar e il cinema horror (specialmente il body horror) non è delle più rosee.
In passato, rari sono stati i casi in cui l’Academy ha assegnato statuette di altissimo livello non solo tecnico al cinema di genere a cui The Substance fa in un certo modo riferimento:
1932, Il dottor Jekyll (miglior attore protagonista a Fredric March)
1969, Rosemary’s Baby – Nastro rosso a New York (miglior attrice non protagonista a Ruth Gordon)
1973, L’esorcista (miglior sceneggiatura non originale)
1991, Misery non deve morire (miglior attrice protagonista a Kathy Bates)
1992, Il silenzio degli innocenti (5 Oscar di “peso” tra cui miglior film, regia, attori a Anthony Hopkins e Jodie Foster, sceneggiatura non originale)
2011, Il cigno nero (miglior attrice protagonista a Natalie Portman)
2018, Scappa – Get Out (miglior sceneggiatura originale)
Solo sette lungometraggi considerati “horror”in 96 anni di assegnazione premi hanno ottenuto statuette non tecniche. Che la 97° edizione degli Oscar sia finalmente l’anno della consacrazione del body horror sul palcoscenico dei più importanti premi del cinema americano? Sono vari gli scenari che il film con Demi Moore e Margaret Qualley potrebbe affrontare da qui alle nomination agli Oscar 2025 di gennaio:
- Potrebbe ottenere una sola, sacrosanta candidatura al miglior trucco ed acconciatura (e forse, vincere la statuetta), proprio come nel 1987 fece La mosca di David Cronenberg, da molti considerato ancora il capolavoro assoluto del body horror e fonte dichiarata di ispirazione di Coralie Fargeat.
- Oltre alla candidatura al trucco, The Substance potrebbe farcela lì dove a Cannes ha trionfato: nella categoria della miglior sceneggiatura originale.
- In uno scenario ben più roseo, The Substance potrebbe trovare il favore dell’Academy anche per le interpretazioni femminili di Moore e Qualley, oltre ad un posto nella categoria del miglior film dell’anno. Una nomination alla miglior regia per la cineasta francese? Complessa, ma non del tutto impossibile.