7 uomini a mollo – La recensione della commedia di Gilles Lellouche

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Di Anna Martignoni

Bertrand è in piena crisi di mezza età; senza lavoro ormai da due anni, l’uomo si destreggia tra una dose di Xanax e una partita a Candy Crush sul divano di casa. L’occasione di dare una svolta alla sua vita gli viene offerta dalla piscina comunale del suo paese: Bertrand decide infatti di unirsi alla squadra di nuoto sincronizzato maschile; il gruppo di quarantenni è tutt’altro che in forma ma, guidati da due ex campionesse dello stesso sport, cercheranno di superare i loro limiti e riconquistare l’autostima perduta nel campionato mondiale.


Alla sua prima volta dietro la macchina da presa, Gilles Lellouche porta sul grande schermo una pellicola frizzante e genuinamente divertente, capace di cavalcare l’onda del successo delle commedie d’oltralpe. Prendendo spunto dalle vicende personali del depresso Bertrand (Mathieu Amalric), la cui dignità sembra venir calpestata giorno dopo giorno da moglie e figli, la narrazione del film si espande fino a diventare un prodotto corale, che rimane -fortunatamente- tale fino alla sua conclusione. 7 uomini a mollo racconta infatti le vite di tutti e sette i protagonisti giunti all’età di quarant’anni: dal figlio bistrattato da una madre spietata, al finto gigolò indebitato fino al collo, passando per il musicista in cerca di un successo che non arriverà mai e dallo straniero che parla una lingua diversa della sua squadra, ma che inspiegabilmente riesce a farsi capire; e ancora l’inguaribile ottimista e lo sprovveduto a cui basta partecipare.

Gli incontri settimanali della squadra si trasformano molto velocemente in vere e proprie sedute di psicoterapia: alla fine di ogni allenamento, il gruppo si riunisce negli spogliatoi in sessioni collettive di ascolto da cui ognuno di loro esce poco alla volta con l’animo più sollevato. Alla guida del gruppo di bizzarri protagonisti vi sono due ex campionesse del vero nuoto sincronizzato: dapprima inseparabili, ora Delphine (Virginie Efira) e Amanda (Leila Bekhti) quasi non possono stare nella stessa stanza senza rimproverarsi vicendevolmente le colpe del passato; tuttavia, influenzate dallo spirito bonario della loro squadra, le due donne uniranno le forze per portare i sette uomini al successo mondiale.

Il film di Lellouche, nonostante un avvio abbastanza frenato e impostato, si riprende in modo deciso nella sua seconda parte, sicuramente più spassosa e leggera. Dietro l’apparente semplicità della storia si celano temi piuttosto delicati, come la mancanza di autostima o la stessa accettazione da parte di un gruppo, senza dimenticare la continua sfida con se stessi e gli incredibili sforzi per uscirne vincitori. Il punto di forza della pellicola risulta essere la tangibile ironia che aleggia in vasca che va di pari passo con la coralità del gruppo: sette uomini soli e distrutti (nel fisico e nell’anima) che trovano la forza interiore spalleggiandosi reciprocamente.
Nel cast del film troviamo, tra gli altri, Guillaume Canet, Benoit Poelvoorde e Jean-Hugues Anglade.
7 uomini a mollo è stato presentato fuori concorso durante l’ultimo Festival di Cannes. La pellicola uscirà nelle sale italiane a partire dal prossimo 20 dicembre tramite la distribuzione di Eagle Pictures.

VOTO: 7/10