American Horror Story: Cult 7×03 “Neighbors from Hell” – La recensione

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Di Edoardo Intonti

Il terzo capitolo di Cult sembra finalmente rendere l’idea della scrittura non affrettata e ben curata che da tanto tempo mancava alla serie antologica di FX. La trama si infittisce ma inizia a trasparire un certo collegamento tra i vari personaggi presentati fino ad ora, nonostante ad oggi, i punto focale rimanga sempre quello del personaggio di Sarah Paulson.


Gli anni scorsi ci avevano man mano abituati  a sotto-trame vagamente filler, separate da archi narrativi auto-conclusivi e non particolarmente utili alla trama di fondo. Certo, tanti punti di vista, tanti personaggi iconici, cast stellare, ma lo smalto iniziale (e l’entusiasmo) andava via via scemando, fino a rendere interi episodi insopportabili se per caso focalizzati su uno delle sotto-trame meno “intriganti”. In Cult, finalmente, ogni personaggio sembra avere un senso: si trova li per uno scopo e non rischiamo muoia con un rapido taglio della gola o semplicemente sparisca off screen per problemi di budget o cattiva scrittura. 
Nonostante gli odiosi vicini di casa di  Billy Eichner e Leslie Grossman potessero sembrare una possibile ricaduta di Murphy nel camp esagerato (e un po’ lo sono), è invece chiaro come ci siano grandi progetti per loro. I segmenti riguardo il personaggio di Evan Peters continuano ad essere filtrati in modo inquietante dal punto di vista di Ally, che in questo episodio sembra vacillare davanti allo charme dell’idolo delle folle Kai Anderson, la cui filosofia sembra evolversi maggiormente, rendendo più seducente il culto anche a due democratici come Harrison e Meadow . 
Oltre agli inquietanti clown, adesso anche camion di sostanze tossiche tormentano gli incubi della musa di Ryan Murphy, che vede vacillare sempre di più il suo matrimonio con Ivy, sempre più sospetta agli occhi del pubblico per via del suo continuo sminuire le paure della compagnia, oltre che il continuo riassumere la babysitter Winter, che in più di un’occasione si è rivelata una pessima scelta.  Ora che la coppia è scoppiata quale sarà il suo ruolo?
Ancora ignoto è il ruolo del Dr. Rudy Vincent, che sembra in qualche modo in contatto con la setta dei clown o quanto meno monitorato durante le sue sedute con i pazienti, che incautamente rivelano le loro paure più profonde (come la sfortunata donna del segmento iniziale). 
Molto apprezzabile il distacco dalla linea narrativa politica, che ad eccezione dell’evento di Pedro (che si spera venga ripreso più avanti e non archiviato grazie al sicuramente complice detective Samules), gioca molto sull’isterismo razzista della borghesia bianca statunitense. Anche il personaggio di Colton Hayes è ovviamente sospetto: oltre per il miscasting, la sua amicizia con i Wilton ha sicuramente a che vedere con il pessimo (e voluto) lavoro effettuato dalle forze dell’ordine nel quartiere nel monitorare gli omicidi, gli onnipresenti marchi di sangue della setta e il camion-spruzza-veleno (sarà poi veleno?).
Nel prossimo episodio vedremo il ritorno di Emma Roberts ed un possibile approfondimento del personaggio di Adina Porter, sicuramente legati al giornalista interpretato da  Dermot Mulroney, visto brevemente già in questo episodio.

VOTO: 8/10

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