Gemini Man – La recensione del nuovo film di Ang Lee con Will Smith

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Di Simone Fabriziani

Un assassino di professione diviene l’obiettivo di un misterioso outsider, che lo perseguita e desidera farlo fuori. Scoprirà suo malgrado che si tratta di una versione più giovane di se stesso. Arriva giovedì 10 ottobre nelle sale italiane distribuito da 20th Century Fox Gemini Man, il nuovo film diretto dal premio Oscar Ang Lee.

Non è alieno il regista premio Oscar per I segreti di Brokeback Mountain e Vita di Pi al grande cinema di intrattenimento: ci aveva già provato, con risultati discutibili, nel 2003 con il cinecomic Hulk, con protagonista Eric Bana, per poi creare uno spettacolo visivo invidiabile (premiato poi con la statuetta) di Life of Pi. Lee si è successivamente affezionato alla tecnologia del 3D spingendola a livelli di avanguardia estrema ed applicandola anche a pellicole da lui dirette non esattamente direct to 3D. Perlomeno nella tematica affrontata e nella ambizione.
Gli è successo nel 2016 con Billy Lynn – Un giorno da eroe, in cui il regista di Taiwan ha utilizzato con efficacia la tecnologia 3D HFR (High Frame Rate) ad un film drammatico ed intimista. Ora ritroviamo Ang Lee di nuovo dietro la macchina da presa di un giocattolone d’azione che sfrutta appieno le potenzialità di questa tecnologia da grande schermo. Che, purtroppo, rischia più di una volta di divorarsi letteralmente il film stesso.
Perché Gemini Man, con un doppio Will Smith, si ripiega più e più volte sulla costruzione facile da action movie , figlio di una certa modalità di fare cinema d’adrenalina che aveva già spalancato alle sue infinite possibilità un altro cineasta asiatico: John Woo. In Gemini Man, Ang Lee invece sembra dimenticarsi momentaneamente della sua indubbia abilità nel sapersi destreggiare tra grande racconto per immagini sul grande schermo e spettacolo visivo, confezionando un prodotto d’azione che impallidisce nel panorama cinematografico odierno.
Gemini man, più che un compitino svolto cautamente e con gli occhi tutti puntati allo sfruttamento massimo delle potenzialità pure iperrealistiche che offre il 3D HFR, sembra un’ode sperticata al Will Smith di ieri e di oggi, interprete traversale di tanto cinema di intrattenimento a partire dagli anni ’90 ad oggi che qui lo si celebra rendendolo volto sdoppiato e “immortale”, in corsa contro il tempo con e contro sé stesso. Una corsa però che alla fine del film lo (ci) lascia un po con il fiato corto.
VOTO: 5/10


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