Di Simone Fabriziani
Se la buona volontà da parte del giovane Gervasi di esordire alla regia cinematografica con un progetto originale e di spessore artistico c’è (siamo comunque curiosi di conoscere i suoi prossimi progetti), il tutto non viene tuttavia ricompensato da una sceneggiatura ad hoc nè da un’interpretazione altamente convincente del Premio Oscar Anthony Hopkins; sotto una tonnellata di trucco fin troppo cartoonesco e posticcio non rimane che l’ombra di quel concentrato di eccentricità che era Sir Alfred, e forse da un attore navigato come Hopkins era necessario aspettarsi veramente di più.
Complice una narrazione forse troppo poco focalizzata sui personaggi (la Janet Leigh della Johansson risulta fin troppo macchiettistica) e sul rapporto ambiguo tra vita privata del regista e conseguenti problemi coniugali e lavorazione travagliata sia al di fuori (l’ostacolo dei produttori restii a finanziare la pellicola) che all’interno (i problemi tra Alfred ed Alma sembrano quasi proiettarsi sulle vicende narrate nel film in lavorazione), il film non riesce ad appassionare come dovrebbe, risulta pretenzioso, claudicante sulle proprie gambe, forse manca il mordente ingrediente necessario per raccontare in maniera originale parte della vita di uno dei più grandi geni del XX secolo senza ombra di dubbio.
Nella marea di talenti e comparsate di cui è costellato il film (oltre ai protagonisti Hopkins e Mirren, citiamo la Johansson, Jessica Biel, James D’Arcy, Danny Houston) e nelle pur succose ricostruzioni d’epoca, rimane l’amaro in bocca nel non aver potuto conoscere il grande Hitch come si avrebbe voluto, senza macchiettisimi di alcuna sorta; ci sembra quindi che l’esordiente Gervasi abbia scelto di dirigere il progetto più per garantirsi un più roseo futuro di scelte ben più coraggiose anzichè adattare il romanzo di Rebello con cuore e passione. Curiosi di quello che il suo futuro nel mondo del cinema ci riserverà, noi gli diciamo: “Try it Again, Sacha!”
VOTO 2/5