Fernanda Torres

Io sono ancora qui, la recensione

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Dopo essere stato presentato in anteprima mondiale alla 81° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia e aver vinto proprio lì il prestigioso premio alla miglior sceneggiatura, sbarca finalmente nelle sale italiane Io sono ancora qui (Ainda Estou Aquì), il nuovo lungometraggio brasiliano diretto dal regista di culto Walter Salles (Central do Brasil, I diari della motocicletta).

Tratto dalla vera storia di Marcelo Rubens Paiva e dal suo romanzo Sono ancora qui (edito da La Nuova Frontiera), il film racconta una parte di storia del Brasile tuttora nascosta e la toccante storia di una donna che non si è mai arresa. Rio de Janeiro, 1971: il Brasile vive nella morsa della dittatura militare. La famiglia Paiva vive nell’unico modo possibile per resistere al clima di oppressione che aleggia sul paese: con ironia e affetto, condividendo la quotidianità con amici e parenti.

Fernanda Torres in una scena del film – fonte: Sony Pictures Classics

Ma un giorno, i Paiva si ritrovano vittime di un’azione violenta e arbitraria da parte del governo: Eunice (Fernanda Torres) resta d’improvviso senza suo marito Rubens (Selton Mello), sola e con cinque figli, costretta a reinventarsi per proteggere i suoi cari e disegnare un futuro diverso da quello che la società le prospetta. Con il tempo, diventerà un simbolo della lotta contro la dittatura del suo Paese, dedicando tutta la sua vita alla ricerca della verità dietro alla scomparsa di suo marito.

Fernanda Torres in una scena – fonte: Sony Pictures Classics

Un lungometraggio rigoroso e conciliante quello diretto da Walter Salles, che torna dietro la macchina da presa dopo ben dodici anni dal suo On The Road con Kristen Stewart e Garrett Hedlund. Nel voler raccontare le vicissitudini della famiglia Paiva, Salles fà ancora una volta pace con le sue radici etnico-geografiche realizzando il suo miglior film da regista dai tempi di Central do Brasil (1998). Pellicola, quest’ultima, che effettivamente aveva aperto un ideale cerchio narrativo ed artistico che è stato chiuso solamente con Io sono ancora qui. Protagonista del film pluripremiato più di venticinque anni fa era una straordinaria Fernanda Montenegro, la prima interprete brasiliana ad essere candidata all’Oscar.

Fernanda Montenegro in una scena del film di Salles – fonte: Sony Pictures Classics

In Io sono ancora qui, a vestire i panni di Eunice Paiva è Fernanda Torres, figlia della Montenegro e prima attrice del Paese sudamericano ad aver ricevuto un Golden Globe per la sua interpretazione. Come accadde per la madre più di 25 anni fa, anche la Torres è stata candidata ad uno storico Oscar nella categoria della miglior attrice protagonista, chiudendo così un cerchio del sangue e dell’eredità famigliare-artistica a coronamento di un vero e proprio trionfo cinematografico che ha ricevuto anche altre due nomination di grande peso: quella al miglior film internazionale (già preventivata) e quella al miglior film, la prima volta in assoluto per una produzione brasiliana.

Segno di una larghissima vicinanza emotiva ad un lungometraggio che, come fece in parte alcuni anni fa il Roma di Alfonso Cuaròn, invita teneramente e calorosamente lo spettatore a vivere le vicissitudini private (e poi, tristemente pubbliche) di una famiglia straordinariamente normale nella sua poetica quotidianità, azzerando la distanza tra personaggi sul grande schermo ed esperienza personale di chi guarda il film per la prima volta. Un racconto di resistenza ed amore privo di sensazionalismi, sorretto da una solidissima prova d’attrice per Fernanda Torres, già tra le performance cinematografiche più acclamate del 2024.

Io sono ancora qui arriva nelle sale italiane a partire da giovedì 30 gennaio con BIM Distribuzione.

VOTO: 4/5


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