Life – Non oltrepassare il limite – La recensione

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Di Simone Fabriziani

C’è vita su Marte. Il migliore (e peggiore) cinema di fantascienza spaziale da più di un secolo ha favoleggiato sulla vita extraterrestre possibile ed immaginabile sul pianeta rosso, a volta con risultati sul grande schermo grossolani e dimenticabili, in altri casi confezionando capolavori di genere.
Life – Non oltrepassare il limite non è né una pietra miliare del genere né un rimarchevole sci-fi movie; ma prova allo spettatore più smaliziato di saper porsi come una vera e propria boccata d’aria fresca nel genere cinematografico ormai saturo di contenuti e che ha saturato e fagocitato i grandi schermi degli ultimi decenni.

Il film del regista di origine svedese Daniel Espinosa immagina una squadra spaziale multietnica al culmine di una delle scoperte scientifiche più clamorose della storia contemporanea: la vita su Marte c’è eccome, e vive in forma di dinamico batterio pronto crescere e mutare il proprio habitat; sarà una forma di vita innocua?
Grossolano, prevedibile, derivativo ma anche genuinamente divertente, “Life – Non oltrepassare il limite” è prima di tutto un involucro apparentemente vuoto dove il regista svedese pare accumulare fino al parossismo stilemi del genere sci-fi nuovi di zecca e recentemente proposti da titoli di enorme successo di pubblico e critica come Gravity e Interstellar, fino ad omaggiare più o meno palesemente l’iconico e terrificante Alien di Ridley Scott. Ma c’è forse di più.

Il gioco al gatto e topo tra i membri dell’equipaggio aerospaziale e la pericolosa quanto sfuggevole creatura marziana rinominata fanciullescamente “Calvin” ha tutti i crismi narrativi della fuga del mostro alieno perché pericoloso e dannoso per l’umanità, ma Espinosa lo investe di una carica sottilmente ironica e scanzonata da cautionary tale (racconto di ammonimento) per il genere umano e i limiti che da secoli tenta di oltrepassare; anche in questo frangente, il prezzo da pagare potrebbe essere più devastante del previsto.
A lottare contro il terrificante Calvin ci pensa la crew multietnica e ben assortita formata, tra gli altri, da Jake Gyllenhaal, Ryan Reynolds e Rebecca Ferguson per quelli che, forse, potrebbe diventare il degno erede cinematografico dell’ormai saturato e tronfio alieno xenomorfo di Ridley Scott.
Dall’epilogo cattivo, cattivissimo.



VOTO: 7/10




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