L’inganno perfetto – La recensione del thriller con Ian McKellen e Helen Mirren

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Di Daniele Ambrosini

Roy Courtnay è un esperto truffatore senza scrupoli che si iscrive su un sito di appuntamenti online dove conosce Betty McLeish, una vedova con un ricco conto in banca. Mentre lui e il suo socio portano avanti il loro losco business, ricavando qualche decina di migliaia di dollari per colpo, truffando uomini d’affari corrotti e dell’alta società, Roy ha in mente un piano a lungo termine per intascarsi la fortuna di Betty e sistemarsi per la vita. Dapprima si trasferisce a casa sua, nei sobborghi residenziali londinesi, e con il tempo instaura un rapporto di crescente fiducia. Suo nipote, però, capisce che qualcosa non va, e questo si rivela essere solo il primo ostacolo nel complesso piano di Roy. 

L’inganno perfetto è un thriller con delle premesse interessanti, soprattutto perché ad essere protagonisti della vicenda sono un uomo e una donna di terza età, non delle spie, degli agenti, o dei criminali propriamente detti. Anche per questo motivo ci troviamo davanti ad un film in cui l’azione è piuttosto limitata, ma a fare da padrona è la componente psicologica, o meglio a fungere da motore narrativo vero e proprio è proprio l’inganno richiamato dal titolo italiano. Il film di Bill Condon punta ovviamente molto sul mistero e sull’incertezza che le bugie raccontate dai personaggi nel corso del film creano, facendo sì che poi il film si risolva tutto lì, in una serie di colpi di scena ben assestati che rivelino la background story, nascosta sapientemente al pubblico fino all’ultimo momento. 
Il film nasconde per poi mostrare al momento adeguato quelle che in fase di scrittura erano le sue premesse, e per il pubblico si rivelano essere le sue conclusioni, ovvero lo invita a fare un viaggio a ritroso. Ed una volta venuti a capo del mistero che sta alla base del film, bisogna ammettere che è proprio quella la componente più debole. Il film in sé, il viaggio nel suo complesso, è gradevole e coerente, tuttavia le premesse da cui muove sono narrativamente improbabili, tanto da sembrare  un’impalcatura piuttosto debole, e da portare a un finale insoddisfacente. 
La necessità di stupire il pubblico con dei colpi di scena sensazionali e di svelare cosa si nasconda dietro la superficie solo all’ultimo, hanno anche il difetto di mettere in ombra uno dei due protagonisti del film, che non ha la possibilità di emergere o essere approfondito adeguatamente per buona parte della pellicola. Ed è un peccato, visto le conclusioni a cui poi arriva. 
Insomma, L’inganno perfetto è un film di genere in piena regola, che farà felici gli amanti dei colpi di scena e delle svolte inaspettate, ma che potrebbe far storcere il naso a molti per via dei numerosi voli pindarici che fa in corso d’opera per mettere ogni tassello al proprio posto e far sembrare credibile una situazione di per sé assurda. Ma se la storia di fondo può lasciare delusi, il film in sé, anche con tutti i limiti che la cieca appartenenza al genere comporta, resta comunque un opera piacevole da vedere, con una buona gestione dei tempi e delle possibili (e imperanti) svolte narrative, sorretto da due interpreti straordinari come Ian McKellen e Helen Mirren, che è divertente vedere in dei ruoli multisfaccettati e mutevoli come quelli di Roy e Betty.
VOTO: 6/10