Rocketman – La recensione del film-concerto sulla vita di Elton John presentato a Cannes

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Di Simone Fabriziani

Fortemente voluto dalla rockstar britannica vincitrice dell’Oscar Elton John e in cantiere per anni, finalmente arriva nelle sale italiane a partire dal 30 maggio il film biografico Rocketman, una distribuzione Paramount Pictures sul territorio nordamericano che racconta la storia della vita del cantautore Elton John, dai suoi prodigiosi primi passi alla Royal Academy of Music alla sua duratura collaborazione con Bernie Taupin. Dirige il regista britannico Dexter Fletcher, già dietro il completamento delle ultime riprese del successo al botteghino di Bohemian Rhapsody.

Ma il biopic dedicato ad Elton John non è Bohemian Rhapsody. Lo è nella sostanza, ma non nella forma, anche se il paragone, puramente speculare in termini di uscita nelle sale ravvicinata, permette paragoni di sorta.; complice anche la stessa mano dietro la macchina da presa nella fattispecie di Dexter Fletcher. Ma se in Bohemian Rhapsody il regista inglese si è trovato a terminare un lungometraggio che celebrava il talento e l’ascesa al successo dei Queen imprigionato in uno schema purgatoriale del nasce, cresce e corre, qui Fletcher celebra il mito musicale di John dirigendo un curiosi ibrido cinematografico a cavallo tra agiografia lisergica e vera e propria rock opera.

Si, perché Rocketman naviga spericolatamente tra progredire abituale della biografia cinematografica, e qui il contenuto di certo non cambia, e forma scatenata ed irresistibile dove le maggiori hit musicali di Elton John vengono celebrate in forma diegetica ed extra-diegetica; non c’è frammento narrativo di Rocketman in cui il cantante britannico non riecheggi alle orecchie dei suoi protagonisti o con le parole di un Taron Egerton corpo, voce e anima irrimediabilmente legato all’animo della rockstar inglese. 
In Rocketman (e nel cast ci sono anche ruoli gustosi per Bryce Dallas Howard, Jamie Bell e Richard Madden) si balla e si canta a squarciagola, si celebra la magia del musical rock che negli anni passati ha fatto scuola con titoli riconducibili (ma non paragonabili per ambizione e taglio cinematografico) a Across The Universe e Mamma Mia!, ci si commuove davanti ad un racconto intimo di ascesa al successo che, seppur incorniciato da una patina squisitamente libertina nel senso più frivolo e ottimizzante, si sofferma sulle tribolazioni di Elton John uomo e non solamente star della musica internazionale, ragazzo dai multiformi talenti precoci avvinghiato in una spirale di dipendenza (che sia dalle sostanze stupefacenti, dall’alcool e dal sesso) per cui si tifa con le lacrime agli occhi pur conoscendo, a posteriori, l’esito positivo.
VOTO: 8/10


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