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Di Simone Fabriziani
Sette sconosciuti, ognuno con un segreto da seppellire, si incontrano al El Royale, un fatiscente hotel dall’oscuro passato sul lago Lahoe. Nel corso di una fatidica notte, tutti avranno un’ultima occasione di redenzione prima che tutto vada all’inferno. Dopo una lunga serie di ottime sceneggiature televisive e cinematografiche (non ultima la nomination all’Oscar ottenuta per Sopravvissuto – The Martian), il regista statunitense Drew Goddard bissa l’esperienza dietro la macchina da presa con il divertentissimo 7 sconosciuti a El Royale.
Dopo i giochi e sotterfugi narrativi sperimentati nel sottovalutato Quella casa nel bosco, Goddard abbandona gli omaggi ai cliché e elementi fondanti del genere horror per avventurarsi con mano divertita e sicura nel genere del noir, in tutte le sue declinazioni. Come per il suo lungometraggio precedente, a regnare sovrano il non-luogo dove le vite dei vari personaggi, delle pedine nel gioco narrativo di Goddard si posizionano per partecipare al gioco del citazionismo; se in “Quella casa nel bosco” era la proverbiale baita dove i giovani protagonisti sono messi alla prova, qui sono le camere e i vestiboli retrò dell’hotel El Royale, anticamera della redenzione sperata o inseguita dei variopinti e arcigni inquilini.
Pur nella sua impazienza nel giocare a tutti i costi il gioco della citazione ( e non sono mancate nelle reazioni oltreoceano menzioni all’omaggiato cinema di Quentin Tarantino) e nella sua pur notevole durata, 7 sconosciuti a El Royale mantiene intatte le promesse di azione, mistero e divertimento intelligentemente feroce, caposaldo e cifra stilistica di un autore statunitense, Drew Goddard, al suo secondo lungometraggio già ampiamente a proprio agio dietro la macchina da presa di un progetto ambizioso ravvivato dalla presenza di un cast all star di tutto rispetto su cui svettano gli sfaccettati Jeff Bridges e Cynthia Erivo e il gigione Chris Hemsworth.
Dal 25 ottobre nelle sale italiane con 20th Century Fox.
VOTO: 8/10
