Un’avventura – La recensione in anteprima del musical con le canzoni di Battisti e Mogol

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Di Giuseppe Fadda
Dopo il suo apprezzato film d’esordio La ragazza del mondo, il regista Marco Danieli torna al cinema cimentandosi con un genere totalmente diverso: il musical. Questo genere non ha trovato grande spazio all’interno della cinematografia italiana, salvo il sottogenere del musicarello e alcune notevoli eccezioni (come Ammore e malavita, premiato l’anno scorso ai David di Donatello). E Danieli non si accosta a questo genere con i piedi di piombo, anzi, punta decisamente in alto: la storia d’amore tra Matteo e Francesca è una vera e propria epopea, la seguiamo attraverso i tumultuosi anni Settanta e Ottanta assistendo alle loro gioie, alle loro sconfitte, ai loro dolorosi compromessi e alle loro furiose separazioni.

Sembra proprio che nel raccontare le vicende dei due amanti Danieli aspiri a portare sullo schermo una love story leggendaria, non tanto dissimile da quella del recente ma già iconico La La Land di Damien Chazelle. Riesce nel suo intento? Sfortunatamente no: Un’avventura non è né una grande storia d’amore né un grande musical. Ma resta un esperimento interessante ed encomiabile da parte di un regista coraggioso e intraprendente. 

Protagonisti del film sono Marco (Michele Riondino) e Francesca (Laura Chiatti): lui lavora presso l’officina del padre ma sogna di diventare un musicista; lei è uno spirito libero che decide di girare il mondo per trovare la sua strada. Cinque anni dopo, Francesca torna dal suo viaggio portando con sé il vento di cambiamento della contestazione sessantottina: lei e Marco si rincontrano e il loro amore si riaccende, ancora più forte di prima. Ma la loro storia sarà messa a dura prova da avvenimenti inaspettati e soprattutto da essi stessi, uniti dal reciproco sentimento ma divisi dalle loro differenti personalità, dai loro sogni divergenti e dai loro tormenti intimi e personali. 
La narrazione del film, che si estende per un periodo di oltre un decennio, è costellata dai frequenti numerosi musicali. La decisione di utilizzare le canzoni di Lucio Battisti e Mogol si rivela un’arma a doppio taglio: se da un lato si tratta indiscutibilmente di grandi brani, riarrangiati in maniera originale e innovativa, dall’altro il loro status così iconico e radicato nell’immaginario collettivo italiano rischia di distrarre lo spettatore dalle dinamiche dei personaggi, riducendo il loro impatto emotivo. Le sequenze musicali non si integrano sempre alla perfezione all’interno della storia, anzi, in certi casi ci trascinano al di fuori di essa spezzando il ritmo della narrazione. 
La storia in sé è costruita in maniera coerente ed elegante, ma il problema della sceneggiatura sta nella caratterizzazione dei personaggi. Matteo è un personaggio per cui è difficile provare una grande empatia: risulta spesso insensibile alle esigenze di Francesca e tendente all’autocommiserazione. Per quanto il suo amore sia chiaramente genuino, il suo fondamentale egoismo e la sua mancanza di iniziativa (di fatto, anche la sua scalata senza il successo avviene senza che compia il minimo sforzo) lo rendono in una certa misura alienante. Il bravo Michele Riondino interpreta il ruolo con efficienza e carisma ma non può indurci a provare compassione per un personaggio che ci tiene a distanza. Il discorso è diverso per quanto riguarda Francesca. Il suo è un ruolo molto più ricco e dinamico: inizialmente, ci sembra incarnare lo stereotipo della manic pixie dream girl ma man mano che la storia progredisce rivela numerose complessità e sfaccettature. Il problema sta nel fatto che molti aspetti della sua vita interiore sono solo abbozzati, presentati per poi non essere esplorati mai più: in un momento del film esprime il suo rammarico per essere scesa a compromessi con il mondo borghese che tanto odia, ma questo conflitto non viene più riproposto; i suoi dubbi sulla maternità vengono risolti in modo eccessivamente frettoloso; la sua ricerca di indipendenza e autonomia è uno dei motivi trainanti del film eppure la sua carriera è sempre osservata superficialmente. Laura Chiatti regala una performance ammirevole, ma è un peccato vederla alle prese con un ruolo che, con pochi accorgimenti, avrebbe potuto essere più completo. Agli attori comprimari è dedicato pochissimo spazio, anche se le brevi ma simpatiche interpretazioni di Barbara Chicchiarelli e Giulio Beranek aggiungono comunque un po’ di colore alla storia.
Stilisticamente, il film forse avrebbe potuto osare un po’ di più: per un musical così ambizioso, sembra quasi fuori luogo che la fotografia sia così sobria nelle sue scelte cromatiche. Questo non significa che sia visivamente insoddisfacente, anzi, è chiaro che Danieli abbia in mente un progetto ben definito e che le sue scelte stilistiche non siano determinate in alcun modo dall’indecisione o dalla paura del rischio. Il film è esteticamente coerente, con una ripetizione efficace degli stessi colori dominanti: ma è strano che un’opera così ambiziosa e talvolta sopra le righe scelga di essere leggermente più modesta proprio nell’apparato visivo. Qui il confronto con La La Land viene quasi spontaneo, anche perché alcune scene sembrano essere dei veri e propri omaggi al film di Chazelle: se il musical americano opta per colori sgargianti, brillanti e appariscenti, il film di Danieli tende a proporre tonalità tenui di giallo e blu (come il beige o il ceruleo). 
Un’avventura è talvolta frustrante perché le basi per un grande film ci sono ma l’esecuzione non è impeccabile: è stilisticamente elegante ma moderato; sa essere coinvolgente ma mai veramente emozionante; i personaggi sono ben interpretati ma non altrettanto ben scritti; le canzoni sono bellissime eppure non si sposano con il resto del film in maniera del tutto organica. Ma è bello vedere che in Italia ci sono ancora registi pronti a rischiare e ad approcciarsi a generi relegati ad una posizione di secondo piano. Quindi, ben vengano film come Un’avventura: perché anche con tutti i suoi difetti, è un encomiabile tentativo di discostarsi dalla tradizione e di creare qualcosa di nuovo. 
Un’avventura sarà distribuito da Lucky Red nelle sale a partire dal 14 febbraio.
Voto: 6/10