Venezia 75: The Other Side of the Wind – La recensione del film incompiutio di Orson Welles

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Di Simone Fabriziani

Un leggendario regista di nome J.J. “Jake” Hannaford torna a Hollywood
dopo anni di quasi esilio in Europa con l’intenzione di completare
quella che è la sua opera di rientro, l’innovativo film L’altra faccia del vento. Ultimo film incompiuto del grande regista e sceneggiatore Orson Welles, sbarca oggi sul Lido l’evento speciale firmato Netflix The Other Side of The Wind, capolavoro di rielaborazione e assemblaggio di materiale precedentemente girato, scritto, annotato dallo stesso autore di Quarto potere e Lo straniero.


Pensato e realizzato dallo stesso Welles a cavallo tra il 1970 e il 1976 e mai terminato a causa di interminabili beghe finanziarie e politiche, L’altra faccia del vento è la testimonianza quasi archeologica di una mente geniale e creativa, anche quando la carriera dietro la macchina da presa, quella di Orson Welles, era inevitabilmente al suo tramonto inesorabile. Progetto sovvenzionato dal colosso dello streaming on demand Netflix e avallato dal regista (ma qui interprete) Peter Bogdanovich, The Other Side of the Wind è un vero e proprio reperto di storia del cinema da chi lo studia con attenzione de sempre.


Racconto ironico e frenetico di una Hollywood che non esiste più, il progetto incompiuto dell’autore statunitense si attesta come ideale matrioska metacinematografica di una forma mentis di fare cinema che agli inizi dei turbolenti anni Settanta, stava abbandonando a fatica gli stilemi del Neorealismo italiano e della Nouvelle Vague francese, proiettandosi verso l’incerto e nervoso futuro della New Hollywood. Lo sguardo di Welles è qui quello troupe cinematografica di Hannaford (un sornione ed enigmatico John Huston), riunita in una villa californiana per celebrare l’atteso ritorno ad Hollywood dell’imponente regista. Un racconto per immagini vivide ed energiche di un linguaggio per il grande schermo in inesorabile rivoluzionamento che Welles qui affronta con piglio anticonformista e controcorrente. Un ideale precursore di tanto genere mockumentary che ha poi invaso il cinema americano a partire dalla fine del Ventesimo secolo.
Reperto irrinunciabile.
VOTO: 8/10
 

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